Ampsicora
La figura storica di Ampsicora è conosciuta attraverso quello che hanno detto i suoi nemici: se non ci fossero le testimonianze dei Romani di lui non si saprebbe niente.
Personaggio complesso, deve essere considerato il massimo esponente, insieme col figlio Iosto o Osto, della nazione sarda nell’antichità e dell’integrazione sardo-punica.
Il nome Ampsicora, nella radice amps, rivela chiaramente un legame col Nord Africa, il Nord Africa mediterraneo. Ecco che questo nome rivela l’origine protosarda, nuragica, della famiglia di Ampsicora. Era un protosardo che però viveva in un area intensamente permeata di cultura semitica, grazie a quella colonizzazione capillare realizzata da Cartagine fin dagli inizi del dominio sulla Sardegna. Ampsicora appunto perchè appartiene a quest’area aveva fondata la sua ricchezza sull’attività agricola e commerciale.
Quando, nel 215, i Sardi tentarono un’insurrezione, poi fallita, a favore dei Cartaginesi contro il dominio Romano, il tentativo di riscossa ebbe due protagonisti Ampsicora e il cartaginese Annone. La insurrezione prende le mosse da Cornus.
Oltre che a capo degli insorti nel 215, lo vediamo ambasciatore della propria corrente politica, presso i protosardi dell’interno della montagna, i sardi Pelliti, che tenta di convincere affinché vengano ad aiutare la causa sardo-punica, cercando di utilizzare un supporto anche indigeno.
Pagò le sue scelte politiche in prima persona, come il figlio. Quando vide che tutto era perduto invece della fuga preferì uccidersi. Non se ne conosce la tomba; anzi dopo gli studi fatti, si è capito che probabilmente non è nemmeno sepolto in territorio di Cuglieri.